IL PROBLEMA DELL’AMIANTO ( aggiornamento dal marzo 2015)
Questo problema presente nel sito ex Sadoch dall’epoca delle demolizioni selvagge del Tonellotto (vedi articolo sottostante ) è rimasto sopito per qualche tempo in occasione delle varie fasi connesse alla riapertura della via Pollaiuolo (aprile 2013) e dopo l’approvazione e ritiro del progetto del supermercato (dicembre 2013)da parte della proprietà Art 2000 S.r.l. .
Tali eventi hanno generato la sensazione che rappresentassero l’inizio di una svolta nell’interesse costruttivo nell’area ; svolta che ,tra l’altro, avrebbe indirettamente risolto anche il problema della probabile presenza dell’amianto. Però il 2014 è trascorso in maniera infruttuosa e le aspettative si sono notevolmente attenuate.
Quasi in maniera fortuita il problema dell’amianto è tornato improvvisamente alla ribalta negli scorsi giorni in concomitanza con l’inizio di lavori all’interno dell’edificio Boico , assumendo subito dopo delle connotazioni per certi versi inaspettate, come dimostra la sintetica cronaca riportata di seguito.
LA CRONACA
02 marzo15:Inizio di lavori all’interno con l’impiego di escavatori di medie dimensioni . All’esterno è affisso un cartello di cantiere che dopo circa 3-4 giorni viene tolto. Le macerie depositate all’interno nell’ex locale deposito merci, vengono caricate su autocarri , senza annaffiamento per il contenimento della polvere e trasportate nelle discariche.
12-13 marzo: termine di una prima fase dei lavori.
16 marzo : ripresa dei lavori con le medesime modalità.
29 marzo (Domenica delle Palme): durante il carico sugli autocarri senza annaffiamento si eleva una nube di polvere che allarma i residenti, tanto da indurre alcuni di essi a telefonare ai Vigili Urbani sollecitandone l’ intervento. I Vigili rispondono d’essere impegnati nelle processioni e fanno intervenire i Vigili del Fuoco , che , giunti sul posto constatano la loro incompetenza sul caso e rientrano in sede.
Dell’episodio viene informato anche il Commissariato San Sabba, al quale era già pervenuta nei giorni precedenti una segnalazione da fonte non bene identificata .
30 marzo : l’edificio Boico viene posto sotto sequestro ( art 321 C.p.p.) . Intervengono i tecnici dell’ARPA e dell’ASL che prelevano campioni di materiale da vari ambienti dell’edificio per sottoporli ad analisi atte ad evidenziare la presenza di sostanze nocive alla salute ed in particolare delle fibre d’amianto.
02 aprile : Il Piccolo pubblica l’articolo che ipotizza l’acquisto dell’edificio Boico da parte del Fondo Sociale Housing Friuli V.G. per la realizzazione di 94 alloggi ed attici,da perfezionare in giugno.
10 aprile : il Commissariato San Sabba annuncia la presenza di residui d’amianto ; viene confermato il sequestro ex art 354 C.p.p. con l’estensione a tutta l’area .
15 aprile : vengono convocati al Comm.to San Sabba alcuni residenti per essere sentiti su fatti inerenti l’ex Sadoch in epoche recenti e passate.
COMMENTO : sembra che il nodo dell’amianto nell’ex Sadoch sia giunto al pettine giusto. Certamente nessuno potrà quantificare le fibre d’amianto sparse nell’aria dal 2005 ad oggi ; è confortante sapere che probabilmente la vicenda stia per concludersi con l’aspettativa di una seria e controllata bonifica. Sicuramente la Procura della Repubblica avanzerà delle ipotesi di reato ai responsabili ed i tempi per il dissequestro non saranno brevi ; si spera che questa fase giudiziaria non pregiudichi i timidi segni dell’inizio della ripresa edilizia volta alla riqualificazione del sito.
I PARAFULMINI A TESTATA RADIOATTIVA (situazione a marzo 2015)
Rappresentano un nuovo argomento sul quale ci soffermeremo tra breve tempo dopo opportuni approfondimenti.
IL PROBLEMA DELL'AMIANTO (situazione nel 2013)
Il problema è sorto nel 2005 quando l' IPG S.r.l. di Flaviano Tonellotto ha fatto demolire alcuni edifici posti nell'area centrale in cui erano presenti lastre, ondulati e pezzi di camino in fibra d'amianto.
Da voci circolate all'epoca ed in tempi successivi tra i residenti che hanno assistito alle operazioni , risulta che i frammenti d’amianto siano stati mescolati agli inerti e che i trasferimenti nelle discariche si siano interrotti per il fallimento dell’IPG S.r.l. del Tonellotto ; pertanto, esiste la convinzione che solamente una parte dei residui siano stati smaltiti dall'IPG ed il rimanente sia ancora sul posto sotto forma di frammenti mescolati ai detriti di murature nel mucchio presente nel mezzo dell'area centrale (vedi foto) ed in altri siti a cielo aperto dai quali, specie con la bora, si eleva con molta probabilità il pulviscolo nocivo alla salute ,di cui tutti conosciamo gli effetti.
Del resto, il servizio di Telequattro del 10.06.2008 ha dimostrato l'esistenza dei residui d'amianto sotto forma di spezzoni d'ondulati e di altri manufatti sparsi in vari punti dell'area e negli interni delle costuzioni semidiroccate.
Deboli ed inconsistenti sono apparse le difese del portavoce di ART 2000 S.r.l. arch.Fabbris nell’articolo del 04.05.09 su Il Piccolo, sicchè alla data odierna non siamo a conoscenza di prove certe ed ufficiali che escludano la presenza di derivati d’amianto,nelle sue varie forme fisiche , nell’area ex Sadoch.
Inoltre, pure Il Piccolo s’è occupato a più riprese citando il problema dei residui d’amianto nell’area ex Sadoch negli articoli di Daria Camillucci dd 28.04.09 pag 15; 04.05.09 ; 08.07.09 pag 16 .
Sembra che il proprietario Art 2000 S.r.l. abbia fatto eseguire una bonifica nel 2012 , della quale, però , non si conoscono le prove documentali ; dobbiamo quindi validamente supporre che la popolazione circostante sia tuttora sottoposta al rischio di cui non conosciamo il livello di gravità.